Mentre si avvicina la Giornata Mondiale della Terra (22 aprile), più di un milione di persone ha sottoscritto la petizione di Greenpeace (no-plastica.greenpeace.it) in cui si chiede ai grandi marchi come Coca-Cola, Pepsi, Nestlé, Unilever, Procter & Gamble, McDonald’s e Starbucks di ridurre drasticamente l’utilizzo di contenitori e imballaggi in plastica monouso.
“La plastica soffoca i nostri mari. Sono necessarie azioni urgenti da parte delle grandi aziende che continuano a produrre, vendere e utilizzare la plastica anche se non necessaria contribuendo, in modo sostanziale, a generare la grave situazione attuale. Per anni ci è stato detto che riciclare è la soluzione, tuttavia i numeri evidenziano che il riciclo da solo non basta a risolvere il problema e proteggere i mari del Pianeta dall’inquinamento da plastica” dichiara Giuseppe Ungherese, Responsabile Campagna Inquinamento di Greenpeace Italia.
Come dimostrano i più recenti dati scientifici – aggiornati al 2015 – solo il 9 per cento della plastica prodotta a livello mondiale a partire dagli anni Cinquanta è stata correttamente riciclata. Inoltre, sebbene le percentuali di riciclo siano migliorate negli ultimi decenni, è evidente che tale incremento non sarà sufficiente ad evitare problemi di inquinamento da plastica. La situazione potrà solo peggiorare considerando la vertiginosa crescita della produzione e dei consumi di plastica a livello mondiale.
“La Giornata Mondiale della Terra è diventata un’opportunità di greenwashing per molte aziende che, sfruttando il falso mito del riciclo della plastica, continuano a immettere sul mercato enormi quantità di plastica usa e getta. La verità è che oggi l’equivalente di un camion di rifiuti in plastica finisce nei mari del Pianeta ogni minuto. È necessario che le grandi aziende affrontino concretamente la loro dipendenza dalla plastica monouso” conclude Ungherese.